martedì 28 dicembre 2010

My Favourite Things 2010


Vediamo un po', da cosa cominciamo...? Nel 2010 non ho letto tantissimo... comunque: il rosso e il nero, Stendhal; American Psyco, Bret Easton Ellis; Il  Vangelo secondo Gesù Cristo, Josè Saramago; Cecità, Josè Saramago; Molto forte, incredibilmente vicino, Jonathan Safran Foer; Il Coniglio Bianco, Nino Treusch; L'amore contro, Mauro Covacich; Il Canto delle Manere, Mauro Corona; Il cimitero di Praga, Umberto Eco ( Il professore  ha il pollice verde: come sempre dal suo strepitoso romanzo sono germogliate altre letture o riletture secondo un'ottica diversa: le confessioni di un Italiano, Ippolito Nievo; sono andato a ristudiare il risorgimento, il giorni della Comune a Parigi; e da lì in caduta libera mille altre suggestioni storico-letterarie come solo il nostro Umberto Nazionale ci sa donare. A proposito della querelle con Ken Follett al momento opportuno  posterò  mia opinione: devo far sedimentare un po' la cosa.) Ho riletto anche qualcosa di Tolstoj e Dostoevskij che non fanno mai male (o ne fanno fin troppo, a seconda dai punti di vista).
   Sul versante musicale ho approfondito qualche segreto del Finger-Style appresso a Tommy Emmanuel e dopo averlo visto dal vivo al Metropolitan di Catania mi sono reso conto che è impossibile tentare di stargli dietro per cui sto ponendo il mio livello di eccellenza molto ma molto più in basso.
   Ho fatto un bel giro ideale per gli USA alla ricerca di roba nuova e ne ho trovata parecchia: ho scoperto gli Old Crow Medicine Show, strepitosi; I Black Crowes,  Ryan Bingham, i Railroad Heart, Uncle Tupelo, Zac Brown Band e altro ancora... Il video che vi propongo è una esibizione radiofonica degli Old Crow. Ad un ascolto superficiale può sembrare un bluegrass antico come il cucco buono solo per gli zotici degli Appalachi. E invece no, c'è il trucco. I ragazzotti di Nashville pare che abbiano poco a che fare sia col mainstrem che con il revival fine a sè stesso (sempre insulso e assolutamente inutile artisticamente). Davanti al meraviglioso nonchè da me invidiato Neumann che vediamo in primo piano loro si sciolgono dalla tradizione tuffandosici dentro. Le loro esecuzioni sono fresche, nuove, briose, grintose quanto basta per poter asserire che il loro è un linguaggio rock: raccontano i suoni della tradizione Americana con la lingua del ventunesimo secolo. Le voci di Willie Watson e Ketch Secor sono impastate con la polvere di secoli di musica di strada, sanno di tenneesse whiskey e Lucky Strike. Ne consiglio a tutti un ascolto attento, me ne sarete grati...

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